Le norme di riferimento per la introduzione e la disciplina del lavoro agile o smart working
nelle singole amministrazioni sono le seguenti:
a) Il d.l. n. 9/2020 che conclude la sperimentazione della introduzione del lavoro agile nelle
PA;
b) La circolare della Funzione Pubblica 1/2020;
c) La direttiva della Funzione Pubblica 1/2020;
d) la legge n. 81/2017 “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”.

La disposizione consta di 26 articoli ed è espressamente applicabile alle PA sia per le
disposizioni sul lavoro autonomo sia per quelle sul lavoro agile;
e) la legge n. 124/2015, che detta disposizioni sul lavoro agile nelle PA
f) la direttiva del Dipartimento della Funzione Pubblica 26 giugno 2017 sull’applicazione
delle norma sul lavoro agile nelle PA dettate dalla legge n. 124/2015;
Si deve ricordare che le norme di riferimento sul telelavoro sono le seguenti:
1) legge n. 191/1998, che all’articolo 4 dette le disposizioni sul telelavoro nelle PA;
2) DPR 70/1999 sul telelavoro;
3) CCNQ 23/3/2000, sull’applicazione del telelavoro nelle PA;
4) CCNL 14.9.2000, sull’applicazione del telelavoro negli enti locali e nelle regioni.
Ricordiamo che il lavoro agile è così definito dal Ministero del Lavoro: “una modalità di
esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di
vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.
Si deve ricordare in conclusione che le disposizioni sul lavoro agile e sul telelavoro
possono essere estese anche ai dirigenti.