Le PA, compresi gli enti locali, devono modificare i propri profili professionali sulla base di
metodologie tese alla costruzione di quelli di ruolo, superando le logiche attualmente
utilizzate, e determinando una sinergia con le scelte relative alla programmazione del
fabbisogno, alle caratteristiche dei processi di selezione, alla formazione ed allo sviluppo
professionale. In questa direzione vanno le “Linee Guida per l’individuazione dei nuovi
fabbisogni professionali da parte delle Amministrazioni Pubbliche”, che sono state adottate
con un Decreto del Ministro per la pubblica amministrazione adottato di concerto con il
Ministro dell’economia e delle finanze previa intesa in sede di Conferenza Unificata. Il
provvedimento diventerà operativo con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Esso, oltre alla introduzione, è suddiviso in tre parti:
– Nuovi fabbisogni professionali e gestione per competenze, che si completa con
Profili e famiglie professionali e Dai profili professionali ai profili di competenza;
– Il modello di rappresentazione dei profili di ruolo, che si completa con La
costruzione del modello nell’amministrazione e Esempi di utilizzo del modello;
– Appendice: Esperienze in materia di gestione per competenze, che si completa con
Esperienze italiane e Esperienze internazionali.
Ricordiamo che anche i CCNL del triennio 2019/2021, ivi compresa la ipotesi sottoscritta
per il personale delle funzioni locali, forniscono una serie di importanti indicazioni. Anche
se non sempre in modo utile, come ad esempio per la disapplicazione dell’articolo 3 del
CCNL 31.3.1999, che consentiva una ampia esigibilità della utilizzazione dei dipendenti
nella stessa categoria.

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