Il parere della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti della Sardegna n. 5 dello 1 febbraio stabilisce che i tetti alla spesa che le amministrazioni locali e regionali possono sostenere per le consulenze possono essere derogati se l’ente garantisce il rispetto delle limitazioni complessive alla loro spesa. In questo senso vanno anche la sentenza della Corte Costituzionale n. 139//2012 e la deliberazione della sezione autonomia della Corte dei Conti n. 26/2013.

Attualmente, sulla base delle indicazioni dell’articolo 6 del D.L. n. 78/2010, il tetto di spesa per studi e consulenza per ogni singolo ente è fissato nel 2015 nella misura del 15% di quanto speso allo stesso titolo nel 2009. Il parere precisa che tale tetto è superabile a condizione che l’ente operi riduzioni sulle “varie tipologie di spese soggette a limitazione, in modo tale da garantire il globale raggiungimento degli obiettivi complessivi di contenimento”, chiarendo quindi gli ambiti di autonomia delle singole amministrazioni locali e regionali.

Un ulteriore limite è stato introdotto dall’articolo 16 del DL n. 66/2014: dal 2014 le amministrazioni non possono conferire incarichi di studi, ricerca e consulenza in misura superiore al 4,2% della spesa del personale, cifra che scende allo 1,4% nelle amministrazioni che spendono annualmente per il personale più di 5 milioni di euro. Questo tetto non può essere considerato come derogabile.