Il fondo per il lavoro straordinario tagliato dalle amministrazioni per esigenze di bilancio può essere reintegrato.
La contrattazione decentrata, nei pareri espressi dall’Aran, può decidere di tagliare in modo permanente il fondo per lo straordinario destinando tali risorse all’incremento della parte stabile delle risorse per il salario accessorio. Si ricorda che il contratto nazionale si limita a prevedere che le risorse del fondo per lo straordinario non utilizzate nell’anno confluiscono nella parte varabile del fondo per il salario accessorio.

In aggiunta a queste indicazioni l’Aran annota, in una risposta ad un quesito posto, che, “se le risorse finanziarie originariamente già destinate al lavoro straordinario, quantificate nel rispetto della disciplina sopra richiamata, a seguito dell’azzeramento, non sono state in alcun modo trasferite tra quelle generali destinate al finanziamento della contrattazione integrativa (art.15 del CCNL dell’1.4.1999) oppure utilizzate o comunque destinate all’erogazione di compensi al personale, ma hanno rappresentato solo ed effettivamente un’economia di spesa, si ritiene che, sempre in via eccezionale, l’ente, possa, ora (anno 2015) per allora, ricostituire integralmente il fondo per il lavoro straordinario, nell’ammontare che aveva nel 1999 e sempre che lo stesso all’epoca sia stato quantificato nel rispetto della disciplina contrattuale sopra richiamata”.

Questa operazione è soggetta alla seguente condizione: devono essere venute meno le “particolari necessità finanziarie che nel tempo hanno giustificato l’azzeramento del fondo e, comunque, sempre nel rispetto dei vigenti vincoli legislativi in materia di patto di stabilità e di obblighi di contenimento della spesa di personale”.