Il contratto dei segretari comunali e provinciali per il triennio 2016/2018 è una parte di
quello che si applica anche ai dirigenti delle funzioni locali e regionali ed ai dirigenti non
medici della sanità.
La principale novità nella parte dedicata ai segretari comunali e provinciali è costituita
dalla attribuzione, tranne che negli enti in cui sono presenti i direttori generali, di penetranti
compiti di sovrintendenza delle attività dell’ente e di coordinamento dei dirigenti. Inoltre, ai
segretari, anche se nominati responsabili anticorruzione e per la trasparenza, possono
essere destinatari di incarichi dirigenziali.
Con questa previsione vengono modificati in modo radicale i compiti svolti dai segretari: a
quelli tradizionali di assistenza e consulenza, di verbalizzatore delle riunioni dei consigli e
delle giunte, di ufficiale rogante per conto dell’amministrazione, di responsabile
anticorruzione e per la trasparenza, si aggiungono incisivi compiti gestionali.
L’attribuzione dei compiti di sovrintendenza e coordinamento delle attività dei dirigenti
determina una serie di conseguenze molto importanti:
a) ai segretari viene attribuita la sovrintendenza delle attività complessive dell’ente;
b) viene loro attribuita la competenza a proporre alla giunta l’adozione di atti di grande
rilievo: il Programma Esecutivo di Gestione, il Piano Dettagliato degli Obiettivi ed il
Piano delle Performance, nonché gli atti di pianificazione nella gestione del
personale e nella organizzazione;
c) possono esercitare i poteri di avocazione nel caso di dirigenti inadempienti.
L’ampliamento del ruolo gestionale attribuito ai segretari è ulteriormente confermato dalla
previsione per cui i segretari che sono nominati responsabili per la prevenzione della
corruzione e per la trasparenza, possono presiedere gli organismi di valutazione e le
commissioni di concorso ed inoltre possono esercitare funzioni dirigenziali, con la ovvia
esclusione dei casi in cui matura una condizione di conflitto di interesse, che quindi deve
essere accertato in concreto e non viene presupposto sul terreno teorico.