I comuni e le regioni possono effettuare assunzioni negli anni 2016, 2017 e 2018 nel tetto del 25% della spesa del personale cessato nell’anno precedente. Questo tetto non si applica, continuandosi ad applicare le disposizioni più ampie previste dal DL n. 90/2014, per le assunzioni del personale in sovrannumero degli enti di area vasta. Per i comuni fino a 1.000 abitanti e le unioni dei comuni il tetto alle assunzioni non è di spesa, ma numerico: è possibile la sostituzione integrale dei dipendenti cessati. Analoga regola si applica anche per le assunzioni dei comuni nati a seguito di fusioni. Sono queste le principali disposizioni dettate in materia di assunzioni a tempo indeterminato dalla legge di stabilità 2016, legge n. 208/2015.
Siamo in presenza, come si vede con chiarezza, di una notevole restrizione alle capacità assunzionali degli enti locali e delle regioni. Ricordiamo che per le amministrazioni statali le disposizioni sono analoghe, ma che sono previste numerose deroghe. Vengono infatti drasticamente ridimensionati gli spazi finanziari per dare corso a nuove assunzioni a tempo indeterminato, spazi che il DL n. 90/2014 aveva ampliato in misura assai rilevante e che avrebbero portato nel 2016 tutti gli enti locali a potere dare corso ad assunzioni a tempo indeterminato nel tetto dello 80% dei risparmi derivanti dalle cessazioni dell’anno precedente.

Si deve inoltre segnalare che per gli anni 2017 e 2018 le deroghe previste per le amministrazioni virtuose, intendendo come tali quelle che hanno un rapporto tra spesa del personale e spesa corrente inferiore al 25%, vengono ad essere eliminate.

Per completare il processo di assorbimento del personale collocato in sovrannumero dagli enti di area vasta si offre agli enti locali ed alle regioni la possibilità di finanziare queste assunzioni entro i tetti previsti in precedenza, cioè fino al 100% dei risparmi derivanti dalle cessazioni.
Si deve inoltre sottolineare che le amministrazioni locali e regionali potranno dare corso a assunzioni con procedure ordinarie, quindi tramite concorsi pubblici e/o utilizzazione di graduatorie concorsuali valide, una volta che nella regione non vi saranno dipendenti degli enti di area vasta in sovrannumero. Circostanza che deve essere certificata sull’apposito portale dal Dipartimento della Funzione Pubblica.