Lo scorso 15 aprile è stata firmata la “Ipotesi di contratto collettivo nazionale quadro per la
definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale (2019-2021)”.
Perché la ipotesi si traduca in contratto occorrono la approvazione del Governo, il giudizio
positivo della Corte dei Conti e la stipula definitiva, cioè la stessa procedura che è prevista
per tutte le ipotesi di contratto nazionale. L’intesa è relativa sia ai comparti di
contrattazione del personale che alle aree di contrattazione per la dirigenza. Per queste
ultime, la individuazione degli enti compresi in ogni area viene rinviata ad una successiva
intesa da definire entro i 3 mesi successivi alla sottoscrizione del contratto in oggetto.
Si conferma che sia i comparti che le aree dirigenziali sono i seguenti 4: funzioni centrali,
funzioni locali, istruzione e ricerca, sanità.
Il comparto delle funzioni locali comprende i dipendenti dei seguenti enti: regioni a statuto
ordinario ed enti pubblici non economici dalle stesse dipendenti; province, città
metropolitane, enti di area vasta, liberi consorzi comunali siciliani; comuni; comunità
montane; ex IACP comunque denominati; consorzi ed associazioni, incluse le unioni di
comuni; aziende pubbliche di servizi alla persona (ex IPAB) che svolgono
prevalentemente funzioni assistenziali; camere di commercio, industria, artigianato ed
agricoltura.